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Calvizie uomo: la tecnica esclusiva di trapianto con moltiplicazione capelli HST

 

Oggi i pazienti che soffrono di alopecia hanno sovente due possibilità di intervento: o la FUT detta anche strip, o la FUE. La prima consiste nel prelievo, abbastanza doloroso, soprattutto in fase post-operatoria, di una striscia di cuoio capelluto dalla zona donatrice occipitale.

Questa striscia viene minutamente spezzettata ed ogni unità follicolare ottenuta separatamente viene trapiantata in zona ricevente. Al posto del prelievo, ricucendo i due lembi della ferita creatasi con l’asporto si crea una lunga cicatrice veramente inestetica. Con la seconda tecnica, la FUE, il chirurgo estrae ogni unità follicolare separatamente e totalmente, trapiantandola successivamente nella zona ricevente. Al posto della unità prelevata si crea un ammanco che cicatrizzerà con un eventuale indurimento di tutta la zona di prelievo.

FUT e FUE: entrambe le tecniche spostano solamente le unità follicolari

Quello che le due tecniche hanno in comune, al di là della modalità di prelievo, è che esse non fanno altro che trasportare le unità follicolari disponibili dalla zona donatrice a quella ricevente, ed il loro limite è costituito da due fattori: il numero di unità follicolari eventualmente disponibili al prelievo e la vastità della zona che deve essere restaurata.

Nei casi di alopecia vasta le unità follicolari non sono mai sufficienti e quindi si presentano al paziente due casi negativi: la zona donatrice viene completamente devastata con prelievi estremamente importanti, e il restauro verrà comunque ad essere incompleto con nessuna speranza di poter poi completare il lavoro, per esaurimento della zona donatrice. Purtroppo, il sogno di tanti pazienti viene infranto da promesse non mantenute, perché tante promesse non sono realizzabili. La cosa più dolorosa è che dopo aver esaurito, purtroppo senza risultato soddisfacente, tutta la capacità della zona donatrice, il paziente deve rassegnarsi a non poter più sognare un restauro come si deve.

La ricerca scientifica del dr Gho

Consapevole di queste difficoltà, il dottore ricercatore Coen Gho, di nazionalità olandese, intraprese degli studi molto avanzati, sia in vitro che in vivo sulla base di una sua intuizione. Questi studi furono poi pubblicati nella prestigiosa rivista scientifica in lingua inglese nel reputato Journal of dermatological treatment.

Egli sapeva che esistevano differenti gruppi di cellule staminali localizzati nelle unità follicolari. Egli ebbe l’idea di verificare attraverso esperienze condotte sia su pazienti che in vitro se le unità follicolari sarebbero sopravvissute ad un loro prelievo parziale e se queste estrazioni parziali potevano rigenerare nuove unità follicolari. Furono trapiantati su cinque pazienti qualcosa come 100/150 innesti prelevati dalla zona donatrice occipitale.

Tecnica esclusiva HST di trapianto: tasso di attecchimento altissimo

L’evoluzione di questi impianti fu mantenuta sotto osservazione durante un lungo periodo di tempo. Dopo tre mesi tra il 92,1% ed il 104,1% (con una media di 97,7%) dei prelievi parziali in zona donatrice erano sopravvissuti ed avevano rigenerato capelli della stessa qualità di quella di origine. A distanza di

un anno, tra il 91,1% ed il 101,7% (media 95,9%) degli impianti parziali di unità follicolari avevano generato capelli delle stesse caratteristiche di quelli prelevati in zona donatrice.

Quindi fu dimostrato che il fatto di prelevare porzioni di unità follicolari invece che unità follicolari intere era esattamente equivalente, con il notevole vantaggio di avere una zona donatrice rigenerata. Quindi in questo modo fu possibile dimostrare che da una unità follicolare se ne possono creare due esattamente identiche, preservando interamente la zona donatrice. Successivamente da questa esperienza fu definita la completa procedura che si pratica attualmente.

Il dr Gho brevettò una formula di un composto farmacologico contenente esosomi e porzioni di matrice extracellulare che conferisce vigore e forza ai minuti prelievi che sono praticamente privi di tessuto. I prelievi vengono mantenuti in questo bagno per almeno due ore. Con questa esperienza, corroborata da studi di eminenti scienziati come prof Kim, prof Choi, prof Reynolds e altri, si è compreso che sia la parte prossimale che quella distale di una unità follicolare contengono cellule staminali pilifere che provocano crescita di capelli.

Tecnica esclusiva di trapianto HST: zona donatrice rigenerata e moltiplicazione di unità follicolari

Nel caso del prelievo parziale longitudinale di unità follicolari, quando le cellule staminali pilifere rimangono sia nella porzione estratta che in quella restata nella donatrice, è quindi possibile affermare che una zona donatrice è in grado di offrire multiple donazioni per trapianto.

Questo è un concetto che costituisce oggi il progresso più notevole nel campo dei trapianti di capelli. Tanti pazienti con zone donatrici già scarse di natura o danneggiate da eccessivi prelievi dovuti ad altre tecniche, vedono nuovamente possibile ritrovare una chioma come da loro sognata.

Tecnica esclusiva di trapianto HST: niente cicatrici, niente fasciatura, post-operatorio leggero

Per di più con vantaggi secondari non trascurabili: come il fatto di non dover essere fasciati dopo l’intervento, vista la minuta sostanza delle incisioni. Oppure il fatto di non avere un decorso post-operatorio complicato, ma oltremodo semplice e lieve.

Il fatto di non subire cicatrici né indurimenti del cuoio capelluto. E, ultimo ma non minore il fatto che i minuti impianti delle dimensioni di mezzo millimetro, permettono una ricostruzione estremamente fitta e ravvicinata in zona ricevente, fornendo un risultato estremamente naturale e di alta densità.

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