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Trapianto capelli per casi Norwood 3 e 3a

 

trapianto capilli norwood 3
In maniera leggermente accentuata rispetto alla casistica Nordwood 2 e Nordwood 2a, i casi che in scala di Norwood vengono definiti Nordwood 3 e Nordwood 3a sono portatori di una stempiatura accentuata o di un arretramento più sostanzioso della linea frontale. Mentre per un Nordwood 3 un solo intervento di 800, 1000 innesti di unità follicolari può essere risolutivo, nel caso di un Nordwood 3a invece occorre prevedere almeno due interventi a distanza di tempo con una quantità di prelievi di unità follicolari ciascuno di 1400 – 1600.
Il paziente ha possibilità di scelta tra diverse tecniche che possono risolvere il suo problema, ma occorre analizzare in dettaglio ognuna di esse per poter effettuare una scelta oculata.

Le tecniche note di trapianto capelli spostano solamente le unità follicolari

Purtroppo, quello che non è espressamente comunicato al riguardo delle più conosciute tecniche di trapianto capelli è il fatto che tutti i prelievi fatti in zona donatrice sono esclusivamente uno spostamento di unità follicolari. In parole povere quanto viene prelevato è perso per la zona donatrice che ne risulta quindi privata e progressivamente resa sia più piccola in dimensioni (caso di un trattamento strip o FUT) oppure resa meno folta nel caso della FUE.

Trapianto Nordwood 3 e Nordwood 3a con tecnica FUT

Nel caso della tecnica FUT, una striscia di cuoio capelluto viene chirurgicamente prelevata dalla zona occipitale del paziente, la zona che contiene le unità follicolari insensibili all’azione del diidrotestosterone. Una lunga cicatrice verrà quindi suturata in questa zona, con un decorso post-operatorio di cui non si parla ma che è certamente assai lungo e doloroso che per altre tecniche. La densità della parte rimanente di zona donatrice non sarà diminuita, mentre la superficie totale della zona donatrice sarà diminuita dell’area della striscia prelevata.

Probabilmente questo può essere considerato accettabile da certi pazienti che hanno zone donatrici ampie e folte, ma ne vale la pena? Portare una lunga cicatrice sul retro del capo non sempre è preso come un fatto di ragionevole obiettività. Ma purtroppo, mentre da un lato si riescono a trapiantare quantità considerevoli di unità follicolari, dall’altro le conseguenze negative non sono prese in considerazione col peso reale che esse hanno. D’altra parte, per un caso Nordwood 3 questo tipo di tecnica non è particolarmente adatto visto il bisogno relativamente modesto di innesti per il restauro.

Trapianto Nordwood 3 e Nordwood 3a con tecnica FUE

In alternativa, per entrambe le classi Norwood Nordwood 3 e Nordwood 3a prese in considerazione, esiste naturalmente la tecnica FUE che sta generalmente avendo una diffusione assai ampia.

Ancora una volta nell’esame di tutta la tecnica e dei risultati che si ottengono da essa, non viene posta tutta l’attenzione agli aspetti più negativi. In particolare, il prelievo di unità follicolari prese una ad una dalla zona donatrice con tecnica FUE è più semplice e dà luogo ad un più sopportabile periodo post-operatorio, con fasciatura leggera e con un periodo abbastanza corto durante il quale il paziente non si mostra in pubblico.

Tuttavia, dal punto di vista negativo si deve prendere in conto che ogni prelievo dalla zona occipitale è perso per la zona donatrice. Essi sono sostituiti da minuscole cicatrici, una per prelievo, cicatrici che oltre a costituire una miriade di vuoti che diradano la zona, possono creare una fibrosi del cuoio capelluto che indurisce lo stesso creando più difficili gli interventi successivi.

Trapianto Nordwood 3 e Nordwood 3a con tecnica HST

Tenuto conto di quanto visto al riguardo delle tecniche FUT e FUE, oggi al paziente italiano che prende in considerazione la possibilità di trapianto di capelli, si offre anche una terza possibilità che benché sia stata praticata da anni in cliniche specializzate, chiamate Hair Science Clinics, in Nord Europa, è relativamente nuova per il pubblico italiano che comincia a conoscere i vantaggi che essa offre relativamente a quanto praticato con le altre tecniche. Questa tecnica è la HST, acronimo che designa le parole Hair Stemcell Transplantation, oppure anche PL FUT cioè Partial Longitudinal Follicolar Unit Transplantation.
La tecnica, che è brevettata, è frutto della ricerca scientifica, condotta in vitro come in vivo, dal medico ricercature olandese Conradus Chosal Gho. Egli ha dimostrato e da allora oltre 15000 interventi eseguiti lo confermano, che prelevando all’interno di una unità follicolare attraverso l’utilizzo di aghi di dimensioni mai utilizzate prima e dell’ordine di 0,6 millimetri, solamente una porzione della stessa, le cellule staminali pilifere vengono a scindersi in due gruppi. Il primo gruppo viene a trovarsi nella porzione di unità follicolare che non viene prelevata. Il secondo gruppo si trova ad essere situato nella porzione di unità follicolare che viene prelevata e trapiantata in zona donatrice.

HST: un trapianto di cellule staminali pilifere

La conseguenza scientifica di questo fatto è che ogni gruppo di cellule staminali pilifere cosi individuato è in grado di rigenerare l’unità follicolare di origine nel giro di nove mesi.

Questo significa che da una unità follicolare oggetto di prelievo parziale in zona donatrice si ottengono quindi con la tecnica HST ben due unità follicolari, una che si ricostituisce in zona donatrice ed una che si costituisce in zona ricevente. Entrambe identiche all’unità follicolare di provenienza che quindi si raddoppia e si moltiplica con un processo di clonazione simile alla talea nelle piante.

Tutti i vantaggi della tecnica HST

Le conseguenze positive dovute alla applicazione di questa tecnica HST sono numerose e permettono di superare le limitazioni di FUT e di FUE: prima di tutto la zona donatrice non rimpicciolisce né si impoverisce. Poi il capitale di unità follicolari a disposizione in zona donatrice resta praticamente intatto, con la ricrescita di quanto prelevato parzialmente.

Il decorso post-operatorio è dei più semplici e brevi, con rimarginazione dei prelievi che avviene nel giro di un paio di giorni grazie all’uso di aghi di dimensioni microscopiche. La densità che si ottiene in zona ricevente è molto alta e naturale grazie ancora una volta alle dimensioni ridottissime degli innesti che vengono quindi installati molto vicini l’uno all’altro. La tecnica HST è praticata in esclusiva in Italia nella clinica Hair Science di Milano.

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