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CLONAZIONE CAPELLI: L’ UNICA SOLUZIONE DOVE FUT E FUE NON SONO POSSIBILI

 

Un paziente classificato Norwood 6 non può essere trattato né con FUE né con FUT. Il suo capitale di unità follicolari è insufficiente per poter coprire una superficie di cranio che è troppo vasta. FUT e FUE infatti agiscono spostando le unità follicolari presenti in zona donatrice prelevandole e trapiantandole in zona ricevente. Il capitale di unità follicolari disponibile è un numero finito, non estensibile e quindi prelevando una grande quantità di unità follicolari si rischia di rendere la zona donatrice completamente svuotata da tutte le unità follicolari che contiene.

FUT e FUE lasciano ammanchi nei punti di prelievo di unità follicolari in zona donatrice

E ogni prelevamento sia FUE che FUT lascia un ammanco in zona donatrice: una serie di minuscoli ammanchi nel caso della FUE quando ogni prelievo è sostituito da una piccola cicatrice, oppure un prelievo intero di una striscia di cuoio capelluto che verrà sostituita da una lunga cicatrice ottenuta avvicinando i due lembi del prelievo. Mentre con i prelievi da FUE la densità della zona donatrice diminuisce visto che gli ammanchi sono distribuiti su tutta la superficie, nel caso della FUT è tutta la zona donatrice che si rimpicciolisce essendo privata di tutta la striscia di cuoio capelluto che viene asportata.

FUT e FUE quando ammettono la loro impotenza

Quindi quando la classificazione Norwood è troppo elevata, quando il numero di trapianti di unita follicolari necessario è tale che la zona donatrice non è in grado di poterlo fornire, il paziente si sentirà escluso dalla possibilità di effettuare un trapianto. Il tricologo o il dermatologo avveduto potrà, nel caso di un paziente classificato nella casistica Norwood che abbiamo considerato, proporre invece una tecnica di trapianto capelli che non si basi solo sul numero di unità follicolari disponibili in zona donatrice, ma che attraverso un particolare trapianto di cellule staminali pilifere possa moltiplicare il numero di esse.

HST ridà speranza ai pazienti a cui è stata negata

La tecnica in questione si chiama HST ( Hair Stemcell Transplantation) o con altro acronimo PL FUT (Partial Longitudinal Follicolar Unit Extraction). Essa è anche conosciuta sotto il nome di Hair Moltiplication o anche di tecnica del dottor GHO. Con questa tecnica, che funziona con un principio che ricorda quello delle talee nelle piante, il chirurgo utilizza degli aghi o punches di diametro microscopico della dimensione di 0,6 millimetri per l’espianto degli innesti. A livello di dimensioni, quella di questi minuscoli punches è inferiore a quella di una unità follicolare. Questo significa che il punch, penetrando all’interno dell’unità follicolare, ne preleva solamente una porzione di essa.

Con HST le cellule staminali pilifere si sdoppiano

Ciò significa che l’unità follicolare non essendo prelevata interamente come nel caso della FUE che utilizza punches di dimensioni maggiori, si suddivide in due porzioni: una che resta in loca all’interno della zona donatrice e l’altra che viene trasportata e trapiantata in zona ricevente. Ognuna di queste due porzioni contiene sufficienti cellule staminali pilifere la cui funzione è quella di permettere a ciascuna delle due porzioni di ricostituire due nuove unità follicolari uguali a quella di partenza da cui sono stati effettuati i prelievi.

Perché i grafts prelevati con HST sopravvivono

Se fosse sufficiente di utilizzare dei punches di queste infime dimensioni per ottenere la moltiplicazione delle unità follicolari, allora tutti sarebbero in grado di praticare questa tecnica. Invece dli innesti quando sono estratti con questi minuscoli punches, sono talmente scarni che sono praticamente privi di tessuto. Questo significa che le cellule staminali pilifere sono praticamente a nudo e sono quindi estremamente esposte e delicate. Un innesto di questo tipo non avrebbe nessuna possibilità di sopravvivere. Sarebbe prelevato, ma inutilizzabile perché non sopravviverebbe. Quindi entra in gioco il trattamento a cui viene sottoposto l’innesto: esso deve poter sopravvivere e per far questo esso viene immerso in un composto medicamentoso brevettato simile alle sostanze utilizzate per il mantenimento degli organi utilizzati nei trapianti. Il passaggio in questo composto permette all’innesto di non perire e nello stesso tempo gli conferisce quella vitalità che gli è necessaria per poter essere trapiantato in zona ricevente e di sopravvivere al trapianto.

Con HST la zona donatrice viene rigenerata

Appare quindi chiaro da quanto esposto che le unità follicolari trapiantate parzialmente danno luogo alla nascita di due unità follicolari distinte; una è quella che in zona donatrice torna a ritrovare la sua configurazione ante prelievo, contribuendo cosi al restauro della zona donatrice. Una seconda in zona ricevente che ricresce esattamente uguale alla unità follicolare di origine la quale viene semplicemente moltiplicata per due, dando luogo quindi al fenomeno che nella letteratura scientifica viene chiamato Hair moltiplication.
Questa è la vera e profonda differenza rispetto alle tecniche FUT e FUE che sono oggi tanto conosciute e praticate ma che sono impossibili da utilizzare nei casi di calvizie più importanti e che lasciano senza possibilità di trattamento.
Quindi anche nei casi in cui la FUE e la FUT sono possibili, quello che le differenzia dalla tecnica HST è che mentre esse spostano semplicemente le unità follicolari da zona donatrice a quella ricevente, lasciando dopo lo spostamento un ammanco nel punto di prelievo, con HST invece non vi sono ammanchi e quello che è prelevato si moltiplica per due, preservando la zona donatrice e infoltendo la zona ricevente.

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